Glorenza, città murata posta a presidio della Val Monastero (Müstair), a sua volta porta del Canton Grigioni, Confederazione Elvetica. Come già il monastero benedettino di Monte Maria (Marienberg), Glorenza agli inizi del ’600 per volere degli Asburgo divenne centro culturale e amministrativo da cui promanò la germanizzazione dell’Alta Val Venosta, allora ancora per larga parte di lingua romancia. Qui è ambientata la prima parte del romanzo, incentrata sull’infanzia di Peter Stauber, originario del villaggio di Burgais e cresciuto dai monaci dell’Abbazia.
Sulla piazza di questa città si svolge l’episodio che segnerà il suo destino: l’incontro con l’Orsa e con la Donna misteriosa venuta di lontano al seguito di una compagnia di zingari musici e saltimbanchi, entrati in città attraverso la Porta Sluderno...
Aur tia ment, osserva mi segnes e ciala da ite de te.
“Apri la tua mente, osserva i miei segni e guarda dentro di te”. Sono queste le parole che Peter e Daniel ascolteranno in circostanze analoghe, nello stesso preciso lasso temporale, ma in luoghi distinti.
Peter tornerà nei luoghi della sua infanzia, e seguendo quei segni giungerà sulla collina di Tarces, che domina la valle e la città. Qui scoprirà una chiesetta dedicata a San Vito, proprio come sul Cjaslir e sull’altura di Maranza. Anche qui si conservava una tavola delle Tre Sante Vergini, Aubet Cubet e Gwere.
Strana coincidenza, non è vero?
Strana coincidenza, non è vero?
Ma non è tutto. Ai piedi di questa collina sorge un’altra chiesetta, dove tutt’oggi campeggia un gigantesco San Cristoforo. Osservate bene quest’immagine: che ve ne sembra? che sia del tutto casuale (o frutto di una immaginazione perversa) quella strana forma fallica che fuoriesce dalla saccoccia del Santo?
In ogni caso è bene sapere che quella collina era un luogo di culto frequentato fin dall'Età del Bronzo, sede di riti femminili di fecondità: tra i reperti più interessanti si ricorda un fallo istoriato in corno.
Che tutto sia davvero casuale?
D'accordo, probabilmente sono solo fantasie: ma si tratta pur sempre di un romanzo...
A voi la parola!
In ogni caso è bene sapere che quella collina era un luogo di culto frequentato fin dall'Età del Bronzo, sede di riti femminili di fecondità: tra i reperti più interessanti si ricorda un fallo istoriato in corno.
Che tutto sia davvero casuale?
D'accordo, probabilmente sono solo fantasie: ma si tratta pur sempre di un romanzo...
A voi la parola!
Complimenti bell'articolo
RispondiEliminaGrazie, troppo gentile...
RispondiEliminaMolto interessante il riferimento alle tre Vergini. Nella zona di Maranza si diceva che venissero da Aquileia. Dove esiste l'antica tradizione paleocristiana delle 4 Vergini aquileiesi martirizzate. Di quelle tirolesi si sa qualcosa di più?
RispondiEliminaAh, scusate, dimenticavo. Cadurlin è nickname per Maurizio Puntin, Fiumicello (Ud), email: arctomp@gmail.com
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