UN LIBRO, UNA STORIA: Recensioni, commenti, eventi e curiosità

venerdì 21 febbraio 2014

A proposito di Gostanza

Il pensiero di Luciana Battan, scrittrice

• Dionigi di Castrocciaro la fa rimettere in libertà, punita solo con l’esilio, perché «alla fine s’è veduto che cotesta povera vecchia tutto ha detto per tormenti e non è vero niente». Ecco estrapolo questa citazione come emblematica di quel tempo e di quelle "efferatezze" che trovano secondo me una minima giustificazione nel loro tempo storico ancora in preda a superstizioni e credenze nei presunti poteri sovrannaturali e quindi demoniaci di certe donne. Il giudice qui citato penso sia eccezione di quel pensare colpevoli donne soprattutto del popolo, nonostante fosse alquanto palese l'improbabilità di quanto affermavano sotto tortura.
Ciò che allibisce anche me, è vedere come tutte le confessioni, estorte sotto tortura, fossero uguali e, nel corso della stesura del mio romanzo, mi sono chiesta molte volte il perché. Sono arrivata a ipotizzare due idee:
- alle accusate venivano lette le deposizioni e le denunce fatte dalle donne precedentemente interrogate, quindi gioco forza bastava semplicemente ripetere, confermare e/o arricchire quanto era già stato detto
- realmente queste donne avevano una certa "pratica conoscitiva" di rimedi per curare o maledire che si rifacevano a un'antichissima cultura popolare, ancora molto viva e praticata.

NB: Luciana Battan, autrice di romanzi storici, si è occupata tra l'altro anche dei processi per stregoneria di Nogaredo (1646-47), una vicenda assai vicina nel tempo e nello spazio ai processi di Fassa. Dopo la recente pubblicazione di "Rosso riflesso", attendiamo anche l'uscita di questa sua ultima fatica, a proposito della quale mi scrive: «Ho intrapreso questo lavoro nel 2011, poi sospeso per oggettiva difficoltà sia nel reperire le fonti, sia nel riuscire a trovare un registro linguistico adatto al linguaggio del tempo. Finché ho avuto la fortuna di trovare la trascrizione dalle filze degli atti processuali fatta dal Dandolo nel 1856 e pubblicata». Il che la dice già lunga sulla serietà con cui l'Autrice ha affrontato l'argomento... (fch)
E poi ancora:
«Trovare le parole, le parole delle condannate è stato per me un colpo al cuore. E non ho più indugiato. Ho voluto che le loro parole arrivassero fino a noi, e che ancora una volta ci mostrassero l'assurdità della Storia che si accanisce contro essere miseri in ogni senso. La crudeltà della Storia verso i poveri e gli emarginati. E alla fine ho pensato che la Storia non fa altro che ripetersi, nelle sue brutture e nei suoi drammi. Un'opera che comunque considero ancora nella prima stesura».

9 commenti:

  1. Grazie Luciana! nell'attesa, ci diletteremo con la lettura di "Rosso riflesso"...

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    1. Che bella pagina Fabio, ti ringrazio. Un modo perché i nostri pensieri non si disperdano nella fuggitiva velocità, e talvolta superficialità del web che comunica sì, molto, ma spesso fa una toccata e fuga, poi va...
      Invece così ho anch'io modo di riflettere sulle mie scelte, che un po' sono state le tue e quindi ti chiedo: perché? Perché scegliere di riesumare ancora queste antiche storie di stregoneria? perché tentare di farle rivivere come ho cercato di fare io nel mio romanzo Le streghe di Nogaredo e come fai tu ne I misteri del Cjaslir? Che dire? Un po' difficile rispondere. Tu mi dirai la tua e io dal canto mio provo a indagare dentro me per trovare una risposta. Credo sia stata la "magnificenza negativa del castello inquisitorio" approntato ad hoc per giudicare e condannare queste povere infelici lo sprone a prenderlo in considerazione. O forse ancora di più il mio desiderio di mettermi sullo stesso piano delle indagate, di provare e rivivere sulla mia pelle ciò che loro hanno provato e subito. Inoltrarmi nel disagio che diviene immediatamente paura e terrore, provare il senso della più totale indifendibilità che credo loro abbiano provato. Questo credo sia stato il vero motore che mi ha spinto a ricercare prima e a scrivere dopo.

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    2. Sono sempre io, Luciana.

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  2. Gent.mo Fabio, La ringrazio aver visitato il mio blog e per aver trovato il mio scritto interessante. Ho deciso di approfondire la vicenda di quelle povere donne perchè la mia famiglia è originaria della Val Lagarina (dove abbiamo ancora la casa e dove ci rechiamo spesso) e ho sempre visto il bel Castel Noarna (oggi producono ottimi vini, tra l'altro). Inoltre, l'argomento della caccia alle Streghe mi ha sempre affascinata. Io abito in Piemonte ed anche in queste montagne ci sono parecchie tristi vicende, se le interessa può approfondire la storia delle Masche (magari le conosce già). Seguirò volentieri il suo blog.
    Buona giornata, Federica

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  3. Grazie a te, Federica! La vicenda delle Streghe di Nogaredo dal punti di vista strettamente storico è abbastanza conosciuta: i documenti sono stati pubblicati, accessibili perché in volgare, oggetto di diverse pubblicazioni (persino una a fumetti, di Pierluigi Negriolli) e varie riduzioni teatrali, ma un'opera letteraria può riservare interessanti sorprese... Per cui aspettiamo al varco Luciana Battan!
    Dell'area alpina occidentale conosco i processi di Triora, di fondamentale importanza per comprendere il triste fenomeno: "Che cosa c'è dietro la cosiddetta stregoneria"? Alcune risposte lo puoi trovare (se la cosa ti interessa) ne "I misteri del Cjaslir"...
    Ciao

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  4. Luciana Battan
    Non ho l'ardire di pensare di aver creato un'opera letteraria, come dice Fabio, anche perché il mio intento era quello di far emergere alla luce e quindi a tutti ( non soltanto agli addetti ai lavori) questo evento di Nogaredo che purtroppo racchiude in se' le stesse caratteristiche che hanno segnato i processi di stregoneria di gran parte d'Europa. Ho voluto rimanere nell'ambito specifico di quella gente di Nogaredo, ricreando a grandi linee gli aspetti sociali ed economici e tentando di inquadrare i protagonisti di questa tragica vicenda in modo adeguato, senza spaziare troppo con la fantasia. Credo di essere stata guidata da una forma di rispetto per queste persone, così ingiustamente e duramente colpite dal "loro tempo storico".
    Un'opera snella, essenziale direi che riporta azioni ed eventi.

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  5. Luciana Battan
    Io, che ho potuto pubblicare un'Antologia erotica senza essere processata per questo e mandata al rogo, "devo" occuparmi anche delle presente streghe. Glielo devo, per tutto il male che hanno subito. Ora, in quest'intuizione fuggevole che il mio romanzo sulle streghe di Nogaredo non sia completamente "esaurito", ma possa essere approfondito, mi documento di nuovo. E per farlo riapro il libro, un compendio direi, scritto da Claudia Bertolini e intitolato "La stupenda inquisizione d'Anaunia". Già questo titolo (recuperato da Pietro Alberti nella sua "Historia in dieci libri") fa girare la testa. Terra di Fassa nei Misteri del Cjaslir, Terra Lagarina nelle Streghe di Nogaredo, Terra d'Anaunia nella Stupenda inquisizione. Quali gli elementi in comune, quali i fili conduttori, quali le differenze? Immergiamoci di nuovo...

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  6. ...delle presunte streghe...

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