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martedì 3 settembre 2013

Sulla presunta "religione delle streghe"

Un flash di Cesare Poppi, antropologo


• Ho troppi interrogativi - ma anche qualche certezza - sulla plausibilità di una sopravvivenza in epoca storica di una “religione” matriarcale, ecologista, pacifista, anarchica e buonista, nonché “monogenitrice/agamica”, per prendere gli intermezzi “sul serio” - pur nel senso fictional del termine (li trovo in tutta franchezza la parte meno convincente del lavoro: si concedono troppo al lettore dopo la fatica di seguire il dotto filologo). 
Questo non perché non creda alla “continuità” di certe espressioni (e frammenti di forme) culturali etc... - al contrario. È che non penso affatto, come hanno fatto la Murray (Ginzburg ed altri poi) che sia mai esistita una “religione” di quel tipo, con le sue teologie, liturgie, forme organizzative speculari e alternative alla “religione” così come si è configurata in quei secoli. 

Ho avuto modo di frequentare una “religione pagana” con una certa profondità d’esperienza per capire, secondo - certo - analogie etnografiche complesse, come non sia la “sostanza” di quello che uno “crede” ciò che conta, ma una compiuta ed impellente “forma” (Marx - forse Cassirer) dovuta alla micidiale condizione materiale dell'esistenza. Una Dorotea in QUEI termini è concepibile solo dal NOSTRO punto di vista: è dunque, etnostoricamente, a mio avviso etnostoricamente-centrica. Altrimenti non si spiega - ad esempio - come i Vagla neoconvertiti (NE Ghana) vadano a messa poi tornino a casa a sacrificare agli antenati, o come le prime “streghe” confessassero ingenue e tranquille: erano “su un altro pianeta culturale”. Forme dunque dell'esperienza religiosa incommensurabili ma storicamente hinged (intraducibile: “innestate le une sulle altre...”). Fra queste forme, in sintesi, c'è una differenza cruciale - cognitiva, psicologica, esperienziale: sono - dal punto di vista della cultura religiosa storicamente vincente (Il Libro, scrittura, interpretazione, potere clericale etc...: Giudaismo, Cristianesimo ed Islam, non a caso in sempiterno conflitto) - “dominanti” non solo nella forma, ma a fait historiquement accompli, anche poi nel dettare la forma del contenuto. 

Dunque non “religioni alternative”, come le vogliono i neopagani, che propongono caricature grottesche, ovvero modellate su forme di religiosità storicamente e culturalmente incommensurabili.
In sostanza: per me l'episodio “stregoneria” è - in tutto e per tutto, come già ho scritto e spero di poter prima o poi ribadire con più sostanza - un fenomeno largamente “moderno” - moderno e giocato DENTRO la modernità - e non sullo scontro fra una “modernità” vincente di contro ad una “tradizione” demonizzata e morente (mi fanno un po' paura in questo senso le letture “new age sotto l'ombrellone” che traspaiono da certi commenti nel blog). Versione illuminista oggi obsoleta, ma comunque vincente nelle sue versioni populiste...

6 commenti:

  1. Cesare Poppi ha senz'altro ragione, sul piano storiografico. Ma - come dice Ermacora - "un romanzo è un romanzo". E qui rimando semplicemente a quanto si dice nella "Nota dell'Autore" (p. 441-42):

    L’esistenza di culti agrari a sfondo estatico, o comunque esoterico, come quelli qui evocati attraverso la società delle Fies de Sentovit, non è affatto documentata in quanto tale per la Valle di Fassa, così come invece accade ad esempio per i “benandanti” friulani, resi noti a partire dagli studi di Carlo Ginzburg, oppure per le “donne di fuori” siciliane studiate da Gustav Henningsen: in entrambi i casi la relazione con il fenomeno della “caccia alle streghe” risulta chiaramente dagli atti processuali (...)
    [Tuttavia] nulla ci impedisce di immaginare, in sede di creazione letteraria, uno scenario improntato a un sincretismo pagano-cristiano duro a morire, del resto ben attestato in area alpina, anche per tempi non troppo lontani.

    E non solo in area alpina, dovremmo aggiungere: la foto che vedete è contemporanea, e si riferisce a "culti agrari" ancora in funzione, che Cesare conosce bene. Forse è il caso di tornare sull'argomento...

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    1. A Fabio, amico storico e ormai romanzesco, non posso che ripetere pubblicamente quanto già gli ho espresso in sede privata: sono io il 'cattivo lettore' che fa fatica ad accettare quel 'make believe' (o sospensione dell'incredulità, mettetela come volete) necessario per apprezzare la fiction. Dunque: mea culpa.

      Per quanto riguarda i sincretismi: certo, sono esistiti ed esistono. Ma quello che intendevo dire è che un conto sono le pratiche 'pagane' lettoni (alle quali si riferisce la bella foto pubblicata)in presa quasi diretta con una cristianizzazione avvenuta nel tardo '300 e a fil di spada da parte di invasori tedeschi e svedesi: due secoli di scarsa cristianizzazione visto che i lettoni erano praticamente spariti nelle foreste, poi la Riforma col suo vacuum di transizione di poteri etc... poi il movimento nazionalista che recupera il 'paganesimo' in chiave identitaria, poi l'ateismo ufficiale sovietico: ben altra storia, insomma, di quella costante, occhiuta acculturazione al termine della quale restano solo le 'desjecta membra' di sistemi di credenze essi stessi - ripeto e includo il 'paganesimo' lettone - mai 'organizzati' in teologie, cosmogonie, liturgie e confraternite compiute e organizzate. Tanto che, per fare un esempio, la 'repressione' dei Benandanti fu relativamente parlando, piuttosto contenuta. Dobbiamo ricordare sempre che 'le streghe' non furono mandate al rogo perché 'pagane', ma perché dichiarate colpevoli di eresia demoniaca. Non tanto, dunque, per uno 'scontro di culture' (come nel caso lettone), ma per una questione tutta 'interna', per così dire, alla religione dominante determinata a divenire egemonica. 'Questione' che certo le accusate non comprendevano (mica 'confessavano' che la Signora del Gioco/Domina Ludi era più 'reale' della Madonna!), ma che proprio per questo certifica come i processi alle streghe siano stati un fenomeno della modernità e non un rigurgito del Medioevo.

      Cesare Poppi

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  2. Il professor Poppi argomenta sempre in modo complicato ed è difficile dargli torto, la cosa che capisco meno di tutte però è cosa centri il libro in questione, lontano, lontanissimo da ogni caricatura grottesca neopagana e da qualsiasi tentazione new age sotto l’ombrellone. Io ho letto i Fragmenta come qualcosa che mi dicesse: non è così... ma se non è così, allora com’è, cos’è... e se invece fosse... Carlo Ginzburg, che non affiancherei mai alla Murray, ci insegna che la storia si comprende meglio nelle discrepanze, là dove ci attendiamo di trovare il demonio e poi non c’è, ecco che si illumina uno spiraglio ed è lì che occorre indagare. Io ho il massimo rispetto per gli antropologi e da anni chiedo che qualcuno studi a fondo “I Racconti di Luserna”, ma se come me, gli scienziati avessero vissuto sino al 1979, anno della sua morte, con una nonna che ogni 31 ottobre preparava la cena per i gatti e la lasciava sul tavolo della cucina e solo dopo la cresima (per lei rito vero di iniziazione) si fidò a rivelarmi che quelle cene erano per gli Altri... perché si saziassero e andassero per la loro strada, forse comprenderebbero di più la nostra gente, forse non commetterebbero il solito peccato di superbia. Anche per me la stregoneria è tutta interna alla modernità, è proprio la modernità a sollevarne il velo. Non esisteva, a mio modestissimo parere, una religione antica ed un’altra moderna ma una religione del popolo e un’altra dei chierici che diventando entrambe moderne di pari passo allargavano la forbice delle loro differenze sino a diventare incompatibili. Perché ad esempio non provare ad indagare la potenza intatta sino agli anni 70 di una “certa” Frau Pertega a Luserna, una dea madre a cui secoli di tentativi di sovrapporle un abito stregonesco hanno fallito. Joseph Bacher, Parroco a Luserna dal 1893 al 1899 nel suo libro edito nel 1905 Die deutsche Sprachinsel Lusérn, liquida Frau Pertega (la presenza più forte dell’immaginario cimbro) con poche lapidarie parole: “ A parte portare i bambini non le si attribuiscono altri poteri”.... a parte portare i bambini...??!! Come se il potere più grande, quello di generare la vita, fosse inferiore ad un qualsiasi potere di lasciare il proprio corpo nelle sembianze di un calabrone.... Ecco una discrepanza, come mai un attento ricercatore come Don Joseph Bacher che dedica pagine e pagine all’immaginario cimbro liquida la presenza più inquietante che incontra, con quelle quattro testuali parole? Lui era un prete e questo spiega molte cose, se una cosa la ignori non esiste, meglio occuparsi di vampiri che non entreranno mai in conflitto con la vera fede. Luserna è piena di storie strane, e tutte iniziano sempre con la frase rituale, ma non: “c’era una volta” ma “una volta, prima del Concilio di Trento quando tutte le cose parlavano gli animali, gli alberi e anche le pietre....” beh insomma c’è di che riflettere credo. Chiedo scusa di questi miei sproloqui non sono un antropologo e quindi mi appello all’indulgenza concessa a chi scrive romanzi, anche romanzi storici belli e verosimili come: I Misteri del Cjaslir. A Fabio voglio dire grazie ancora per il bel libro che ci ha regalato vale infinitamente di più di tante cose fatte in nome delle nostre lingue che invece sono solo dispersione di energia. Grazie anche per il ladino: ho fatto fatica a leggerlo (non ho letto le rispettive pagine in italiano) ma mi sembrava davvero una macchina del tempo capace di portarmi in una Valle di Fassa che troppo spesso non trovo più.
    Andrea Nicolussi Golo



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    1. Carlo Ginzburg stesso si è schierato con la Murray (mutatis mutandis, naturalmente) aprendo così un dibattito per ora senza fine sull' esistenza o meno di uno 'sciamanesimo' europeo etc... La questione non è chiusa, e mi giunge voce che il Nostro intenda tornarci sopra.
      'Religione del Popolo' vs 'Religione dei Chierici': sono d'accordo: dura ben oltre il Concilio di Trento (vedi p. es. la disputa annosa sulle 'casazze' - confraternite liguri in perenne conflitto con la gerarchia). Ma questo non perché la 'religione del popolo' fosse antagonista/alternativa, come la leggevano gli inquisitori che cercavano il modo per assimilarla secondo gli schemi della demonologia, scienza relativamente 'moderna' almeno in quei termini. Era semplicemente 'altra', incommensurabile, cognitivamente aliena: ecco perché le imputate 'confessavano' così apparentemente inconsapevoli delle conseguenze le loro 'pratiche' reali: ' certo, preparo la cena per gli Altri - dov'è il problema?!'. Dobbiamo tenere presente che fino al XIII secolo, grossomodo, tanto le autorità ecclesiastiche quanto quelle laiche arrivano addirittura a prevedere la pena di morte contro chi accusava altri di stregoneria 'poiché non è possibile ad una mente cristiana pensare che una donna possa procurare impotenza ad un uomo con mezzi magici' (Editto di Rotari - un esempio fra i tanti).

      Spero di non essere stato troppo complicato. Nel caso chiedo scusa.

      Cesare Poppi

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  3. Gentile Professore, mi rivolgo direttamente a lei. Per prima cosa la ringrazio dell'attenzione e poi le ripeto (aldilà del modo di scrivere, questa volta davvero chiaro anche per un profano come me) non posso darle torto, anzi concordo pienamente con quanto lei afferma in questo suo secondo post, rimane però il fatto che nel Romanzo di Fabio Chiocchetti, che io ho apprezzato davvero molto, traspaiano proprio queste cose, la complessa semplicità di una religione popolare incommensurabilmente, per usare un suo aggettivo, diversa e lontana da quella degli inquisitori (che nel libro nemmeno appaiono)al punto da risultare loro del tutto incomprensibile se non ricorrendo alla scienza moderna di cui la demonologia fa parte. La modernità mette in contatto due mondi sino allora più lontani della luna e come accade ancora oggi non riescono a capirsi. Non sottovaluterei a proposito dell'atteggiamenteo tenuto dalle autorità civili ed ecclesiastiche nei secoli precedenti alla "caccia" i pur brevissimi accenni, contenuti nel Romanzo, a Nikolaus Krebs von Kues, che se ce ne fosse bisogno allonanano significativamente il libro da ogni caricatura grottesca neopagana, certo Fabio chiocchetti ha compiuto una operazione a rischio ma non dimentichiamo che sempre di romanzo si tratta e considerando la mole di stupidaggini che si leggono in certi romanzi a mio modestissimo parere quello di Fabio ha il merito di accostarsi se non al vero (sarebbe un ossimoro in un romanzo) al verosimile.
    PS Ginzburg rimane alla base della mia formazione storica anche se ne riconosco senz'altro i limiti sopratutto nel libro del '66. Con stima Andrea NIcolussi Golo

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